Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 10 luglio 2017

Celestino Bianchi

Una lettera struggente
ad un amico
ricerca di Claudio Mercatali



I periodici fondati
da Celestino

Celestino Bianchi nacque a Marradi il 10 luglio 1817 ma dall'età di sedici anni visse a Firenze. Studiò agli Scolopi e fu professore di Storia e geografia all' Istituto della SS. Annunziata.
La sua attività di giornalista fu intensa, prima al periodico La Patria, poi a Il Nazionale e all' L'imparziale fiorentino. Nel 1850 aprì la tipografia Barbèra, Bianchi e comp. Scrisse su molti giornali letterari dell' epoca, come Il Genio (1852-54) e la Polimazia di famiglia (1853-55). Fondò un altro giornale, Lo Spettatore, di cui fu direttore fino al 1858.

Patriottico e filo piemontese, dopo l'Unità d'Italia venne eletto alla Camera per sette legislature consecutive (dal 1860 al 1880). Nel 1871 divenne direttore de La Nazione. Morì a Firenze il 29 giugno 1885.

 Silvio Pellico e Piero Maroncelli, studio storico di  Celestino Bianchi

  
Da questi pochi cenni già si capisce che Celestino Bianchi era uno spirito eclettico, sempre in movimento, con il cervello in perenne fermentazione.

Sarebbe difficile riassumere qui tutte le sue iniziative, e anche inutile, perché essendo stato in Parlamento, ha una scheda ufficiale all' archivio della Camera. Quindi chi vuole sapere altro può consultare il sito con le biografie dei deputati del Regno.
  

Pietro Fortunato Calvi
"La spedizione nel Cadore".
Racconto storico


Ora ci interessa la sua vita privata, quella che non compare nelle biografie, non per ficcare il naso nelle sue faccende, ma perché molti dei fatti raccontati avvennero qui a Marradi e i marradesi di allora li conoscevano bene. Useremo la sua corrispondenza personale, per non fare del gossip inutilmente.

In una lettera bella e struggente all'amico Emilio Frullani che gli aveva dedicato una poesia, Celestino Bianchi parla di sé e quindi lasciamo dire a lui:

Caro Emilio,


Grato del gentile pensiero di onorare con dei versi la memoria di quelli che mi furono tanto cari e mi abbandonarono tutto a un tratto ...

 

... Raccolse con cura gelosa le reliquie di tutto ciò che glielo ricordava ...

 
... Emilio mio, questo è quello che mi riesce di scrivere di questa storia di dolori, che mi peserà nell' anima per tutta la vita.

 

 La poesia di Frullani dedicata a Bianchi finisce così:


 
 Clicca sulle immagini
per avere una comoda
lettura.

Il periodico L'Illustrazione Popolare pubblicò questo articolo quando Celestino Bianchi morì (1885).





 Nel 1885 in estate morì un marradese illustre e ne nacque un altro, 
Dino Campana.


 
Fonte: Periodico L'Imparziale, biblioteca manfrediana di Faenza.


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