Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 4 settembre 2016

Il terremoto del 1919 a Casaglia

Le devastazioni del sisma
ricerca di Claudio Mercatali


L'Italia è soggetta ai terremoti. I geologi spiegano che questo è dovuto al fatto che ci troviamo al contatto di due placche crostali che spingono una contro l'altra, e cioè la placca nord africana e quella europea.
Nello sforzo della compressione capita spesso che qualcosa si rompa, nel sottosuolo, generando una vibrazione che è appunto l'onda sismica. L'appennino qui da noi è di medio rischio sismico, perché i terremoti sono stati frequenti ma il più delle volte le scosse non hanno prodotto danni. Però il 29 giugno 1919 non fu così.

 

Casaglia venne rasa al suolo.



Don Enrico Braschi, parroco di Casaglia,  ringrazia la Società di Pronto Soccorso di Faenza per gli aiuti ricevuti.





Chi conosce Casaglia capirà che queste fotografie sono state scattate dalla attuale piazzetta voltando la macchina fotografica tutto attorno.



Don Enrico Braschi in mezzo alle macerie. Questo prete fu parroco qui per 44 anni, dal 1900 al 1944 e quindi fu partecipe delle vicende della comunità anche nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale.




Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire




La scossa del 29 giugno 1919
aveva epicentro a Vicchio e devastò tutto il Mugello. Fu avvertita anche a Marradi, dove crollò il tetto della chiesa di S.Lorenzo. 









Nella nostra zona il paese più colpito fu Casaglia, dove la maggior parte degli edifici fu rasa al suolo.


E' difficile dire come mai una scossa come questa abbia prodotto qui dei danni dieci volte più gravi di quelli subiti da Crespino, che dista in linea d'aria solo due o tre chilometri. Forse dipende dalla natura del sottosuolo, perché a Crespino c'è la formazione marnoso arenacea, con i banchi di roccia e di galestro, mentre a Casaglia ci sono le argille scagliose, che sono meno consistenti e prive di roccia.
  
Il Genio Civile, che era l'equivalente della nostra Protezione Civile intervenne e furono montate tante baracche di legno nei campi dietro alla chiesa.


Poi nei primi anni Venti furono costruiti due blocchi di case popolari, che sono dietro la piazzetta del monumento. Non è certo che la foto qui accanto sia del 1919, perché anche nel 1945 la chiesa era ridotta così.










Nessun commento:

Posta un commento