Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 17 luglio 2016

La luna di luglio 2016


Il trekking di notte
fino a Monte Gianni
resoconto di Claudio Mercatali



Il trekking di questa sera parte dalla chiesa di Popolano. Si tratta di salire fino al crinale lungo il versante dietro l'edificio e poi scendere per ritornare qui. Sei chilometri di percorso, 300 - 350m di dislivello, due ore per fare tutto l'anello. Questo significa che il trekking è adatto anche per chi non è allenato se è disposto a sudare un po' con qualche stento nel primo tratto.
Secondo le abitudini che ormai abbiamo preso da qualche anno la fatica si concluderà a tavola nel chiostro della canonica, con una cena e un bicchiere di vino. 

Come al solito cerchiamo di capire dove siamo. La chiesa di Popolano, che si vede qui accanto, venne ricavata in chissà quale secolo del Medioevo da un castello ormai inutile. In particolare il campanile è quanto rimane del torrione, mozzato in modo da sovrapporre la torre campanaria. Il fatto è evidente anche oggi, perché nel corpo del campanile c'è la traccia delle finestre balestriere murate e in più lo storico Emanuele Repetti nel suo Dizionario del 1841 conferma questa origine.

La chiesa era una priorìa, aveva un ricco contorno di poderi e quindi tutto il complesso fu ampliato più volte. La struttura degli edifici lascia pochi dubbi: ci sono i resti del castello, la canonica, gli annessi poderali e anche una ricca residenza dei Fabroni con le stanze affrescate. Chi vuole conoscere la storia per bene può cercare nell'archivio storico di questo blog l'articolo "La chiesa di S.Maria in Popolano" del 15 maggio 2013 o digitare il titolo nella finestra in alto a destra in questa pagina.




E'  ora di andare: sono le otto di sera, siamo 130 e ci avviamo verso la strada della Cavallara, per non prendere di petto la pendice e per passare da Casa Pacini, un complesso di edifici medioevali ai quali si accede anche da un ponticello.
Dopo Casa Pacini comincia la salita, abbastanza dura. Però il versante è panoramico e la visuale ripaga quasi subito lo sforzo. Si vede il fondovalle fra Popolano e Marradi e la prima parte del capoluogo.



Chi non è di questa zona sappia che la casetta bianca in primo piano qui accanto è il podere Casalino e la strada accanto la percorreremo al ritorno quando sarà notte.






Gli alberi in fila nel fondovalle là in fondo sono i tigli  di Filetto, un chilometro a valle di Marradi.







Siamo saliti quasi fino al crinale e sta scendendo rapidamente la sera.
La luna è già alta, perché secondo le effemèridi di questo mese sorge verso le cinque del pomeriggio (e noi non l'abbiamo vista perché c' era ancora il sole) e raggiungerà il culmine alle 10,45 circa.

Dunque gli orari calzano a pennello per noi e da qui in avanti nelle fotografie c'è quasi sempre, piccola, perché in questo mese è all'apogeo, cioè nel punto della sua orbita più lontano dalla Terra, a 400.000 Km.






Eccoci a Mandria, il rudere di una casa poderale che un tempo doveva essere molto bella,
con le porte ad arco.

Siamo fermi perché nella salita il gruppo si è disunito e bisogna ricompattarsi.


Approfittiamo per guardare attorno: nei campi è stato seminato il farro, che si vede qui con la spiga un po' abbacchiata.
Il  farro, o Triticum è un cereale tornato in uso di recente qui da noi. E' una pianta antica e si considera come un antenato del frumento.


A Mandria c'erano anche dei castagneti e questo che si vede è stato recuperato da poco, dopo averlo liberato dalla macchia che lo aveva invaso.




Riprendiamo il cammino verso sud est, accompagnati dalla luna.










A Monte Gianni la prospettiva si apre e si vede il panorama della valle del Lamone verso Nord est.
Il paesino al cento è Popolano, la nostra meta. Laggiù in fondo si vedono le luci di S.Martino in Gattara.


















La salita è finita e cominciamo a scendere verso il fondovalle. Ormai è scesa la notte e molti hanno acceso le torce.


Eccoci alla chiesa. Sono le dieci, il tragitto è stato completato e la luna è ancora alta in cielo.












La gente comincia ad arrivare nel chiostro dove è stato approntato il "ristorante".
L'ambiente è accogliente, ben ristrutturato, con una architettura a metà fra il cenacolo di un convento e il cortile interno di un castello, visto che in tempi diversi questo posto fu tutte e due le cose. E' giusto, in fondo i secoli non passano invano.








L'orologio dell campanile segna le 10 e 40. Al momento del ritrovo segnava le 7 e 40 e quindi in tre ore abbiamo fatto un sacco di cose: mezz'ora di socializzazione prima di partire, sei chilometri su e giù per la pendice e un'altra mezz'ora a tavola per il necessario ristoro del podista.






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