Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 23 luglio 2016

Dall'Archivio Diplomatico di Firenze

Undici contratti 
medioevali fatti a Marradi
ricerca di Claudio Mercatali



Il complesso archivistico detto Diplomatico, dell'Archivio di Stato di Firenze, consiste in 144.000 pergamene arrotolate, antichissime. Comprende centinaia di fondi, ossia tante raccolte di lettere provenienti da varie destinazioni, accumulate a partire dal 1778. 
Per averne un'idea chiara bisognerebbe frequentare l'archivio, che è una chicca per i pochi appassionati di queste ricerche, e una noia per tutti gli altri. Perciò i riferimenti e gli originali sono in fondo a questo articolo, e ora useremo solo i regesti d'epoca (= i riassunti).

Riguardo a Marradi, che cosa c'è nel Diplomatico, nel periodo 1000 - 1200? Per saperlo bisogna scorrere i "tomi degli spogli" (i cataloghi sintetici) della Badia di Ripoli, che era il convento nel quale venivano conservati gli atti della Badia di Santa Reparata al Salto, o nelle Alpi, ossia della Badia del Borgo.




Eccoci al punto che ci interessa. Nel Medioevo la Badia del Borgo era il centro di potere di gran lunga più importante dell'alta valle del Lamone. I marradesi salivano dal paese per pagare ai monaci le provvigioni e i vari balzelli, oltre che per pregare. Nel chiosco si stilavano anche i contratti di vendita dei terreni e sono appunto questi i primi documenti della storia di Marradi. Leggiamo i "regesti" più belli fra quelli conservati nel Diplomatico:
 





6 ottobre 1025 
La promessa di Guido

I monaci della Badia si rivolgevano ai feudatari locali per farsi difendere, in questo caso a Guido di Modigliana. I Conti Guidi non lavoravano gratis, erano abbastanza rapaci, e di certo avranno preteso qualche pagamento dai monaci e dai marradesi. Leggiamo:
"Promessa fatta dal Conte Guido Guerra figlio del fu Guido Guerra a Donato abate del Monastero di S.Reparata di difendere e salvare il Castello di Marato nelle di cui coste esistevano tre mansi ed una casa di pertinenza di detto monastero".  Rogato da Gerardo notaro.

2 dicembre 1070   Ebulo vende il podere ai monaci

"Ebulo del fu Bernardo dà l'investitura a don Azio abate del Monastero di S.Reparata di tutta la terra che egli possiede nel luogo detto Campigno, e ritira a titolo di prezzo soldi trentaquattro di Moneta Lucchese, qual investitura per presa, in presenza di Alberto da Tellione della Terra di Faenza".
 



6 marzo 1072 
L'affitto

"Conferma di livello (= affitto)  da rinnovarsi ogni ventinove anni alla volta di un manso di terra posto in luogo detto Rio Cavo fatto da Guido del fu Corbulo ad Accio prete monaco ed abate del Monastero di S.Reparata, ove fu edificata una chiesa in Alpi a Salto, la quale terra era già stata data a livello dal predetto Corbulo al suddetto Monastero col canone di otto moggia di lino, sette manne, tre brocche di vino, un quarto di grano mondo, un pollo e altro".
Rogato da Adalberto notaro.

NOTA: Un manso, dal latino manère = rimanere era un pezzo di terra di un quarto di ettaro e chi lo prendeva era obbligato a risiedere.



23 gennaio 1084   
La vendita di un pezzo di terra

"Vendita dell'intiera metà di un pezzo di terra posto nel luogo detto Pianèla (?) fatta da Pietro figlio del fu Azzo alla chiesa del Monastero di S.Reparata posto a Salto per un prezzo di soldi tre".
Fatto in Marciano (Marciana era l'antico nome di jum Maré), giudicatura fiorentina, rogante iovanni notaro.



25 agosto 1097
Da un frate all'altro

"Don Alberto, abate del monastero di S.Reparata posto a Salto concede a don Placido abate del Monastero di S.Maria posto a Crispina l'intera chiesa e oratorio di S.Eufemia posto a Ruvina assieme alle terre, vigne e due appartenenze eccettuato la sola chiesa e oratorio posto presso il castello detto Ruvina affinché vi fossero celebrati i divini uffizi con l'obbligo a detto don Placido di pagare l'annua pensione di un denaro lucchese".
Fatto nel Monastero di Crispina, Giudicatura fiorentina


 






Sopra: la Badia di Crespino.
Sotto: il podere Rovina
(a S.Eufemia).





Questo documento dimostra che i monaci della Badia avevano interessi fino a S.Eufemia e oltre.
"Rovina" è un podere in collina, lungo la strada che da S. Eufemia porta a Modigliana.







25 gennaio 1113 
La vendita del castagneto

"Vendita di un pezzo di terra a castagneto posto in luogo detto Rio di Pratale fatta da Donnuccio figlio del fu Pietro col consenso di donna Ermingarda sua moglie al Monastero di S.Reparata posto a Rio dei Salto per il prezzo di soldi quattro. Fatto a S.Lorenzo". Rogita Gerardo, notaro.












1123 (senza data) Uno scambio fra Mainardo
da Castellonchi e l'abate Guido

"Ricordo di una permuta per la quale don Lucio monaco del Monastero di S.Reparata insieme a don Guido abate del medesimo danno ai figli del fu Mainardo da Castellonchio la terra che di là dal fiume chiamato Alimone e ricevono in cambio dai suddetti figli di Mainardo un'altra nel luogo detto Fulignano".
Fulignano è l'antico nome del centro di Marradi.







22 gennaio 1126    Le promesse

"Investitura data dagli uomini di Popullano a don Domenico abate del Monastero di S.Reparata ed ai monaci del medesimo del loro Borgo uomini con alcune vicendevoli promesse fatte tra loro".
Rogante Gerardo, notaro, copiò Ridulfo da Faenza, notaro. Collazionavano Rustichello e Jacopo, notari.


 

23 febbraio 1157  Monte Rotondo


"Rinuncia fatta da Guido del fu Lucio nelle mani di don Giovanni abate del Monastero di S.Reparata di tutta la terra posta nel luogo detto Monte Rotundolo (Monte Rotondo, sopra alla Badia).
Fatta nel chiostro del Monastero".




Monte Rotondo 
(quadro di Flavio Billi)


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29 agosto 1168  Il privilegio

"Privilegio di Alessandro papa terzo col quale ad istanza dell' abate del Monastero di S.Maria di Crispina e dei monaci del medesimo riceve sotto la sua protezione il detto Monastero ordinando che vivano secondo l' Ordine di san Benedetto e la Regola dei Vallombrosani. Sottoscritta dal papa Alessandro".

Dato in Benevento per mano di Graziano, arcidiacono della Chiesa Romana.




1 maggio 1223   
La chiesa di Marzana

"Vendita di un pezzo di terra posto in iudicato (= pignorato) da Giovanni da Biforco e da Ruggero suo figlio a don Iacopo abate del Monastero di S.Reparata nell'Alpi dell'Ordine Vallombrosano comprante per detto monastero per il qual pezzo di terra pagò staia dieci di grano. (Uno staio fiorentino era una misura granaria pari a circa 25 litri).

Fatto presso la chiesa di S.Lorenzo in Marzana, rogante Martino, notaro.


Dov'è questa chiesa? E' la chiesa arcipretale, perché "Marzana" o "Marzanella" era la parte del paese oltre il Lamone, verso Faenza.




E ora una chicca per gli appassionati di paleoscrittura. Qui accanto ci sono gli originali di quattro  contratti descritti prima.





  
Fonte: Archivio Diplomatico, tomo di spogli n°72, Badia di Ripoli, contratti di compravendite a Marradi. Qui sotto il primo numero indica l'anno del documento e il secondo, fra parentesi, l'immagine digitalizzata. 






I documenti non evidenziati non sono stati usati in questo articolo.
Altri contratti sono in "La via del grano e del sale", di Giuseppe Matulli.

 1025 (9), 1057 (10), 1070 (11), 1072 (11,12), 1084 (14), 1091 (17), 1097 (18), 1113 (19), 1123 (23), 1126 (23), 1130 (24), 1157 (32), 1167 (35), 1168 (36),1187 (41), 1196 (46), 1206 (47), 1226 (57).

  
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per avere una comoda lettura




C'è qualche sottolineatura
 per evidenziare un po' i nomi
 più importanti:

Castellunclo = castellone, 
Fulignano = è il centro del paese, l'odierna via Fabroni 
Popullano, Capigno, sono
nomi deformati ma chiari
Vallunclo (?) ....



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