Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 19 dicembre 2014

Il viale della stazione di Marradi

Il Comune pianta i tigli




Il viale nei primi anni
 del Novecento



Nel 1889, dopo appena un anno dall'arrivo del primo treno da Faenza il Comune completò il viale della stazione. La nuova strada, larga, diritta e ben fatta era la porta d'accesso al paese e quindi sul lato verso i binari venne piantata una fila di tigli. Sono ancora tutti lì e quindi nel 2014 hanno compiuto 125 anni. Tutto bene? No perché l'Ispettorato delle Ferrovie di Bologna contestò al Comune il mancato rispetto delle distanze dalla recinzione dell'area ferroviaria e chiese di rimuovere le piante.





Le piante d'alto fusto devono essere ad almeno tre metri dal confine del vicino mentre lì ce ne sono meno di due. Era una pignoleria, però le Ferrovie insistevano e scoppiò la polemica.

L'ing. Molinari, delle Ferrovie dello Stato, fece fare una bella piantina per illustrare la situazione e ora ci fa comodo, perché ci mostra com'era il viale.










 

Il Sindaco scrisse addirittura all'onorevole Brunicardi, il deputato della nostra zona, che chiese una deroga al ministro. Alla fine la ragione prevalse e i tigli rimasero lì dove sono ancora oggi. 



La corrispondenza fra il Sindaco, l'Onorevole e l'Ispettorato Regio delle Ferrovie.















Una vecchia "Littorina" abbandonata sui binari, la stessa che fu portata giù da Valbura.  La littorina passò attraverso la piazza, rischiando di andare a sbattere contro il Credito Romagnolo.Sul retro uno dei  primi tigli   del viale della stazione. Tra i giovani si riconoscono Angiolino Samorì a cavallo del rspingente, sul retro Sergio Miniati



Sotto:
Una fioritura nel viale della
stazione di Marradi






Il tiglio è un genere di piante della famiglia delle Malvacee. Il nome deriva dal greco ptilon (=ala), per la caratteristica aletta che favorisce la diffusione eolica dei grappoli di frutti. E' un albero longevo, che vive circa due secoli. A Marradi è una pianta che è sempre piaciuta molto, tanto che nel perimetro del paese ce ne sono circa duecento, quasi tutti secolari.
Fiorisce all'inizio dell'estate, facendo delle infiorescenze a grappolo, poco appariscenti ma molto profumate.








L'odore delicato che si sente nei viali del paese in giugno è dovuto proprio a queste. Nell'Ottocento il Comune deliberava ogni anno il prezzo per la vendita dei fiori, dai quali si ricavavano delle essenze profumate e anche degli infusi.




Per realizzare due tazze di infuso di tiglio servono due manciate di fiori freschi, o una manciata di fiori secchi, conservati in una bottiglia chiusa ermeticamente.

Quelli del viale della stazione di cui abbiamo detto prima vanno benisimo.

Si fa bollire un tegamino d'acqua zuccherata e poi si versano i fiori. Si lascia bollire qualche minuto e poi a riposo per un quarto d'ora.
Alcuni buongustai assicurano che il sapore migliora se si dolcifica con il miele, altri preferiscono zuccherare con il fruttosio.


Chi ha ragione? Gli antichi Romani dicevano: "de gustibus non est disputandum" sui gusti non c'è da discutere.



I tigli lungo il viale della stazione
di Marradi, oggi e nel 1930.





Che proprietà ha questo infuso?
Gli esperti dicono che la tisana di tiglio contiene l'olio eterico che, assieme ad altre essenze idrosolubili è un lenitivo antispasmodico (contro la tosse) e ha un effetto rilassante (favorisce il sonno). Inoltre rilassa i muscoli, ed è efficace in caso di crampi.
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Fonte: Documenti dell'Archivio storico del Comune. La parte dell'infuso di tiglio è tratta da una ricerca di Claudio Mercatali.


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