Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 26 dicembre 2013

Un antico vicolo di Marradi

Il Teatro Animosi e lo stradello, nel Catasto Leopoldino
Lo stradello di accesso 
al Teatro degli Animosi
di Luisa Calderoni



Il teatro degli Animosi di Marradi, prima della guerra, non era visibile da via Tamburini in quanto, davanti ad esso e al suo avancorpo, c’erano numerose case d’abitazione.


Le case  davanti al teatro  Animosi e, a destra, lo stradello d'accesso alla " Torre"

Adriana Cappelli in via Tamburini. Alle sue spalle la casa di Gigia Ravagli, dove aveva il forno, 
e a destra l'inizio dello stradello che portava alla "Torre".

Il teatro, come sottolinea il Maestro Ridolfi in “ Cose di Casa Nostra”, aveva un avancorpo  “costituito da una loggetta, al piano terreno, di accesso al foyer e dalle  scale di accesso alle sale del primo e del secondo piano, nonché  alla cantina. Detta scala non era in comunione con altri fabbricati e serviva unicamente al teatro e al suo circolo, che era internamente collegato ad esso per mezzo di una grande  porta che dalla sala grande del primo piano (oggi nota come sala Mokambo), metteva nei corridoi dei palchi di secondo ordine, proprio davanti all’ingresso del palco reale o d’ispezione.” (Op cit. pag. 59)


Veduta di Marradi con l'agglomerato di case davanti al Teatro degli Animosi e la Filanda Torriani nel resede del palazzo

Ma come si arrivava a tale avancorpo per accedere al teatro o al Circolo dei Signori?
Continua il Maestro Ridolfi:

” Vi si arrivava per un vicolo privato, di proprietà cioè dell’Accademia degli Animosi, stretto fra il Forno – Pastificio di Emma Pierantoni, poi dei fratelli Ravagli, situato nell’avancorpo del teatro stesso, e il muro del terrapieno, dove si ergeva la Filanda Torriani che dietro aveva un grande campo coltivato.Ora vi si trova il Mercato Coperto Comunale.
Detto vicolo si apriva in Via Tamburini ed era controllato da un grande cancello in ferro battuto e verniciato in verde, di cui si è persa traccia. In fondo al vicolo, che correva lungo tutto l’edificio, c’era un altro cancelletto in ferro battuto: era sempre chiuso. Da esso si entrava nella proprietà di Pietro Bandini, alla Torre.”
( Op. cit. pag. 66)

All’inizio del 1938 , l’Accademia degli Animosi, proprietaria del teatro,  si sciolse per problemi finanziari dei soci e il suo patrimonio fu messo all’asta. Dopo vari tentativi di vendita, il teatro fu acquistato dal Dopo Lavoro Nazionale Fascista di Marradi per la cifra di 28.500 lire.



Nel 1940, come risulta da una lettera a firma di Pietro Bandini al Podestà del Comune di Marradi, l’Opera Nazionale Dopolavoro chiuse il passaggio ai numerosi abitanti della località detta “La Torre” apponendo una catena con lucchetto sia al cancello all’ingresso del vicolo da via Tamburini, sia all’altro posto all’angolo terminale del Teatro.


Per ingrandire clicca sui documenti


 






A questa prima lettera del 30 marzo 1940-XVIII, ne seguì un’altra, una petizione, in data 3 Maggio 1941-XIX, con tutte le firme degli abitanti, come si vede qui accanto:














Certo che in quel piccolo gruppo di case dovevano essere ben fitti se i firmatari erano ben 60!!!!






Festa per matrimonio tra Alfiero Neri e Bruna Scalini alla Torre. Si riconoscono da sinistra: Giorgio Scalini e il fratello Alfredo. Tra i due fratelli, la signora con l'orecchino bianco è Letizia Palli, cugina di Sebastiano Scalini, padre della sposa. A sinistra della sposa, Edvige Visani. Seconda da destra, Adelia Cantoni,  mamma di Anna Maria (Nanà) Bandini e di Maria Gabriella Bombardini, e dietro di lei, Oreste Scalini, cugino di Alfredo, Giorgio, Emilio e Bruna Scalini. La quarta, da destra, è Dina, cugina di Sebastiano Scalini


Ecco la "Torre" oggi ... completamente disabitata e in corso di restauro conservativo.











Nessun commento:

Posta un commento