Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 30 luglio 2013

Giancarlo Ballerini



Memorie di guerra
Seconda parte   1941-1942

ricerca di Luisa Calderoni



La pagella del 1942


“ In questa atmosfera passò l’inverno 1941/1942: venne la neve e i giovanotti di Marradi, quelli che avevano gli sci, ne approfittarono quotidianamente.
Furono subito approntate due piste, una sopra la badia di fronte alla casa Liverani, l’altra a monte tra la Villa dell’Annunziata e la casa cantoniera rossa, e i fratelli Buccivini, mio cugino Vieri, Ermete Liverani, Caricato, Fabio Cappelli ed altri facevano a gara a superarsi in velocissime discese spesso terminate in terribili ruzzoloni. E ricordo che Fabio Cappelli ne fu uno dei protagonisti con dolorose conseguenze.

 



... venne la neve ...


Anch’io ebbi in regalo da mio cugino Vieri uno splendido paio di sci da ragazzo e, con immensa gioia mi cimentavo con i miei coetanei nella piccola pista che avevamo costruito per noi.
Il divertimento durò circa una settimana, poi arrivò la Corina, la neve si squagliò e noi si rimase con un palmo di naso.
Intanto l’inverno trascorreva lento e in febbraio venne in licenza mio cugino ch era sottotenente di artiglieria nella Divisione Friuli ed io rimasi affascinato dalla uova pistola d’ordinanza Beretta che mio cugino aveva in dotazione, e tante furono le mie insistenze che un pomeriggio andammo sul greto del fiume, sotto il ponte di Villanceto a sparare: alla fine raccolsi tutti i bossoli con grandissima gioia.”



... un pomeriggio andammo 
sul greto del fiume, sotto il ponte 
                     di Vilanceto a sparare ...




 “ Arrivò l’estate e il caldo ed un pomeriggio mi trovavo vicino all’ospedale quando vidi un soldato in tela kaki intento ad attingere acqua alla fontana: era biondo, non alto di statura, mingherlino, assai giovane e i indubbiamente un soldato  tedesco, vista l’aquila con  la svastica cucita sul petto. In seguito divenne amico di noi ragazzi. Si chiamava Karl.




La fontanella ai giardini del monumento
... mi trovavo vicino all'ospedale quando vidi un soldato in tela kaki intento ad attingere acqua alla fontana ...



Da quel momento in paese erano arrivati i  nostri alleati: in effetti si trattava di  un  piccolo contingente di circa 70 marinai tedeschi reduci quasi tutti dall’Africa settentrionale, gente che aveva combattuto, come apprendemmo poi, a Tobruk, Sidi El Barrani e Marsa Matruk.

Questo piccolo contingente di uomini ebbe anche il compito di  costruire un deposito di munizioni nel Mulinone, vicino alla stazione ferroviaria, e di custodirlo.
Infatti dopo pochi giorni dall’insediamento della truppa cominciarono ad arrivare per ferrovia treni merci pieni di tali materiali che venivano scaricati sui binari morti vicino alla Filanda.




Il Mulinone 
e la Filanda.



Il contingente aveva preso presidio nella  Villa Bassani, di fronte al giardino del Monumento ai Caduti e  a mezzogiorno e sera usciva inquadrato, comandato da un sottufficiale,  per andare a mangiare alla trattoria Visani
Il comandante del reparto si chiamava Reipert ed i due ufficiali in sottordine, uno Antonius e l’altro Sigfrid. Antonius era molto riservato mentre Sigfrid più allegro e gioviale, e noi ragazzi facemmo subito amicizia e anche i due marinai Karl e Canio simpatizzarono con noi.
Inutile dire che il gruppetto aveva libero accesso alla Bassani e che spesso con Sigfrid andavamo a fare il bagno al pozzo dell’Annunziata, e sempre, prima di tuffarci nel Lamone, Sigfrid ci faceva la ginnastica preparatoria ed in acqua ci insegnava il corso di salvataggio e a nuotare con stile e noi ragazzi eravamo entusiasti.
Il libero accesso alla Bassani ci consentiva di fare nuovi scambi e nuove collezioni coi pacchetti vuoti delle sigarette tedesche Moeve, R6 ecc, e di bottigliette vuote di birra.”
Così arrivò l’autunno e di nuovo l’inverno: Antonius era stato trasferito in zona operazioni ed era stato sostituito da un nuovo ufficiale che si vedeva poco in giro, erano comparsi anche due strani figuri in borghese, sicuramente tedeschi, visto che stavano spesso coi marinai e  parlavano con loro correntemente e uno di questi, quello basso e grasso e senza capelli, girava vestito con un voluminoso cappotto di pelle nera. ( Erano agenti della Gestapo? Noi non l’abbiamo mai saputo…)
Una sera, era da poco trascorso il Natale, Karl mi comunicò che dopo  cena un certo numero di marinai sarebbe andato a fare un po’ di festa nella trattoria di Barberina (Ndr: questa trattoria era in via Razzi e cucinava solo pesce) e se volevo esserci anch’io. Naturalmente accettai anche se non avrei avuto il permesso di fare tardi.
All’ora stabilita tutti i tedeschi erano seduti a tavola sulle panche cantando e bevendo birra. Io in mezzo a loro, che si dondolavano ritmicamente  con precisione teutonica, non capivo nulla di quel che dicevano … Dopo un po’ di tempo entro trafelato nel locale un graduato che, imposto il silenzio, fece delle comunicazioni che ovviamente io non capii: tutti si zittirono ammutoliti, e io naturalmente chiesi a Karl che parlucchiava  l’italiano, che cosa fosse successo: triste mi annunciò la scomparsa in mare, in combattimento di Antonius e che poi le cose non andavano bene in Russia. Tutti si alzarono e uscirono ed io filai a casa.



... tutti si zittirono 
ammutoliti ...



Fonti
L'immagine all'occhiello viene dalla collezione Manieri,
 www.pagelle-italiane.blogspot.it

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