Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 10 aprile 2013

Marradi e il suo lago

La costruzione della diga dell'Annunziata
di Francesco Cappelli





“Verso la fine degli anni ’50, il Consorzio di Bonifica di Brisighella e Faenza, che operava nella nostra zona, costruì una moltitudine di “briglie” su torrenti e fiumi al fine di contenere l’irruenza delle piene che, annualmente, allagavano i terreni coltivati della bassa Romagna.


Il Lamone di fronte a Cardeto prima della costruzione della diga. Questa fotografia ha circa la stessa visuale di quella soprastante.



A questo scopo fu pure predisposto un progetto per costruire una briglia sul pozzo dell’Annunziata a Marradi. Questo pozzo, sino dagli anni ’30, era stato meta di tanti giovani marradesi che d’estate vi si immergevano in cerca di refrigerio, Il pozzo era piccolo e lo si attraversava con poche bracciate, ma la sua acqua era limpida e corrente. Sicchè quando l’idea di un “gran pozzo” venne prospettata, la stessa venne accolta benevolmente da tutti.

Ricordo che le proposte di allora furono molte e allettanti: un laghetto per la pesca sportiva, un imbarcadero, una piccola spiaggia per i bagnanti…



A destra: il primo "imbarcadero" ossia il punto in cui si potevano noleggiare le barche a remi per fare un giretto nel lago.

Sotto: il secondo imbarcadero, sotto alla chiesa di Cardeto, con il chiosco dei gelati e un abbozzo di spiaggetta.




 

L’ingegner Bubani che era il progettista dell’opera, lavorò con entusiasmo e così sorse la diga alta oltre 10 metri, con tre aperture per lo smaltimento dei fanghi.
Su di essa venne costruita una passerella per il passaggio da una parte all’altra.

Così questa opera attivò i marradesi ingegnosi che realizzarono opere importanti attorno a questo invaso, quali una strada alberata, decine di villette unifamiliari, piccoli condomini, e un albergo che prese il nome “ Il Lago”.

La Pro Loco pensò di allestire un imbarcadero con barchette e mosconi. Durante la fine degli anni ’50 e per tutti gli anni ’60 tutto venne allestito e gestito alacremente. I giovani nuotatori presero la passerella per un trampolino di lancio e di lì si gettavano nel pozzo sottostante con tuffi acrobatici, destando l’ammirazione dei passanti.

Le barchette si incrociavano sul lago e si pensò addirittura di predisporre gare con canoe o barche che mai si realizzarono. Durante l’estate tutto questo costituì un gran divertimento ed un’attrattiva non da poco. Furono predisposte varie manifestazioni come luminarie, feste finali di qualche “Graticola d’Oro” e l’albergo “Il Lago” realizzò una piccola pista da ballo.

Possiamo dire, senza ombra di smentita, che gli anni dal ’60 al ’70 furono quelli di maggior splendore del nostro laghetto.



La diga durante la piena del 1966 
(quella dell'alluvione di Firenze)


Poi l’incuria di alcuni, l’abbandono da parte di altri, fecero decadere quello che per Marradi era stato un piccolo vanto.

Trascorsero mesi e anni e le botole non furono mai aperte: la mota si accumulò copiosa nel fondale, così che negli anni 1989-90 si dovette ricorrere a mezzi meccanici costosi, quali draghe, per ripulire il fondo del lago.

Per rinverdire le cose negli anni 1985-86 è stato predisposto un nuovo progetto, alquanto costoso ma gradevole: esso prevede muri laterali di contenimento lungo le scarpate delle vie laterali, con piccole entrate e ampi spazi verdi. Lo stesso prevede spazio per i pescatori e zone per i turisti: tutto questo per dare una nuova linfa vitale a questo specchio d’acqua che durante l’estate si dimostra utile solo per la raccolta di acqua per spegnere eventuali incendi. Ma non si sa quando sarà terminato questo progetto che viene avanti in maniera molto lenta e viene realizzato a spizzichettoni.

Abbiamo notato che questa primavera molti sono stati i marradesi che si sono adoperati per ripulire la sponda del lago tagliando tutte quelle piante spontanee sorte disordinatamente.

La Signora Giovanna Cappelli sotto la diga del laghetto...quando ancora si poteva prendere il sole nel fiume
Ora chi viaggia o cammina lungo il lago ha una visuale molto più ampia e più gradevole del luogo. Siamo certi di non correre alcun rischio di smentita se diciamo che via Francini, quella che va da Cardeto a Casa Vigoli, è la via più panoramica, più ombreggiata e meno rumorosa di tutte le vie marradesi.”





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